Dizionario dei gerghi italiani
Questo è, fra i numerosi della mia collezione, uno dei preferiti: un autentico monumento alla metafora, una sorta di poema per via d'alfabeto. La marginalità, la necessità di nascondersi, di non farsi comprendere da chi è fuori della congrega, scatenano estro e fantasia, dando vita ad un lessico ricco ed espressivo, con frequenti riferimenti dialettali, con una profusione di figure retoriche che inventano e reinventano termini e locuzioni originali e di grande efficacia. Tutto ciò risulta tanto più apprezzabile in quanto proveniente da persone di scarsa cultura, da illetterati, se non analfabeti.
Il pensiero mi corre immediato al linguaggio - piatto e lardellato di luoghi comuni e di frasi fatte stantie - di giornalisti, politici, conduttori televisivi, e persino scrittori contemporanei, dallo stile omologato, forse dalle scuole di scrittura.

Sfogliando il libro
zampogna Il corredo carcerario: due coperte, due lenzuola, una federa, un cucchiaio, un piatto, una gavetta, due stracci come asciugamani, un bicchiere; gli utensili sono in alluminio. Il tutto, avvoltolato per un trasferimento interno, prende l'aspetto tondeggiante e informe di una zampogna.
serenata Furto notturno con scasso, nel gergo della mala romana di fine-secolo, per lo più contro cassaforti o banconi di negozi; musica suonata con il trapano. La serenata richiede una certa preparazione, poiché ci vuole una carrozza pronta, quattro scarpari di guardia, i trapani, le seghette, ecc. Allora annamo a fa' la serenata. Un omone alto quasi due metri, dalle forme erculee, cavò un trapano a mano, piccolo ma elegantissino Stasera si fa la serenata, il colpo è fissato per questa sera. Una serenata col paletto, con il piede di porco o palanchino. Serenata alla piola, scasso all'albergo.
sei e menzu «Membro virile floscio e pendente» (Palermo) proprio come le lancette dell'orologio alle sei e mezzo pendono desolatamente in basso. Il piemontese ha analogamente ses ôre e mésa, il genovese avèilo in scë sei e meza. Il modo francese il est midi sta invece a significare il pene eretto.
occhiali di Cavour Le manette. Questa immagine, tuttora in uso, incontrò particolare fortuna nel Sud, perché traduceva il diffuso risentimento anti piemontese del periodo postunitario: gli occhiali dello statista assurgevano a simbolo di repressione. I bracciali delle manette, nel tipo oggi conosciuto, furono introdotti nel 1860, proprio sotto il governo di Cavour.