I fratelli Karamazoff

Recensire i Karamazov è un compito improbo per me, per questo come già accaduto in altre situazioni mi limiterò ad alcuni personalissimi giudizi su personaggi maggiori ma anche minori del romanzo.
Insomma io li ho visti così, e chiedo perdono in anticipo a cultori e appassionati di opera e autore.
P.S. Ovviamente si va in qualche caso di spoiler come se piovesse, quindi chi non conosce la storia neppure per sentito dire e ha intenzione di leggere a breve il romanzo dovrà rinunciare alla lettura del mio commento…insomma o me o Dosto, tutto il pacchetto non si può avere😅🤦
Fedor Pavlovic (padre)
Alzi la mano chi, quando viene fatto secco, non anticipo da chi, non si è lanciato in esclamazioni del tipo "te ce sta bene" oppure " se dipendeva da me ti levavo di mezzo già al primo capitolo a colpi di scopettone". Voto: 4... e gli è andata pure bene.
Dimitrij (figlio maggiore)

Figlio di primo letto (che già a contarli i letti di Fedor Pavlovic si fa discreta fatica), orfano di cotanta madre, la focosa Adelaida Ivanovna, donna dotata di notevole forza fisica, sembra che di tanto in tanto si dilettasse ad "allentare" qualche cinquina a Fedor giusto per metterlo a posto, il buon Dimitrij (Mitja per gli amici) è in continuo conflitto col padre a tal punto che i due finiscono per litigarsi la stessa donna, e che donna, ma su questo ci torneremo in seguito. Amante degli eccessi Dimitrij è chiaramente una delle figure portanti del romanzo e che esce, per così dire, alla distanza.Tenuto conto delle sue sofferenze e dell'epilogo del romanzo risulta difficile non parteggiare per lui e, diciamolo, l'annosa esigenza di una riforma della magistratura, che così pressante è diventata specie nel nostro paese, nasce un po' con lui. Voto: 7 1/2 legittimo.
Ivan (il secondo figlio)

Forse il personaggio più controverso, anche per lui tutto parte dalla latitanza di una figura di riferimento che non poteva certo essere la madre Sofia (il nome non va scritto proprio così ma accontentatevi) ovvero la seconda moglie di Fedor ridotta ben presto alla pazzia e alla morte prematura dal marito che le portava in casa donne di malaffare trasformando il focolare domestico in una sorta di casa di tolleranza dove mancava solo la Sora Gina di Via della Fontanella ( per i curiosi del personaggio in questione suggerisco la visione del film Arrangiatevi del 1959, non avrete di che pentirvene). E non poteva neppure essere il padre, che alla morte della donna, aveva abbandonato entrambi i figli di secondo letto ufficiale (quelli ufficiosi come detto non si contano), Ivan appunto e Aleksej (in arte Alëša ma pure di lui parleremo più avanti). Ivan interiorizza a tal punto questa serie di conflitti da finire per sentirsi, e anche essere, il mandante morale del delitto. Voto: 7 e 1/2 pure a lui e Coppa Volpi alla carriera per l'introspezione psicologica.
Katerina Ivanovna
Non è che si chiamano tutte Ivanovna ma è soltanto che i nomi completi sono ancora più lunghi ed io abbreviando rendo la toppa peggiore del buco.
Katerina è uno dei personaggi più contraddittori, pure lei perennemente in conflitto con se stessa, sarebbe fidanzata con Dimitrij ma in realtà non lo ama (e nemmeno lui ama lei come vedremo ma l'amore nei Karamazov va un po' così) se non per la riconoscenza dovuta all'aiuto che il ragazzo aveva offerto al padre di lei pagandogli un debito (ecco i debiti nei Karamazov quanti ne vuoi).
Al processo ne combina di tutti i colori, prima aiuta Dimitrij con la sua deposizione, dopo sembra volerlo condurre al tracollo, alla fine si ravvede e finisce per aiutare e chiedere perdono un po' a tutti.Incarna per certi versi la classica figura femminile della crocerossina che vuole assistere l'uomo ma rigorosamente a modo suo.
Voto: 6, diciamo che è più una sufficienza di stima.
Smerdjakov (il cosiddetto quarto figlio)

Porta in dote il tipico nome dell'assassino ed in effetti…
Tuttavia anch'egli figura complessa se ce n'è una, talmente complicato pure per se stesso che come vede le brutte gli vengono o si fa prendere delle crisi convulsive.
Il problema nei Karamazov è che tutti, ma proprio tutti, hanno delle giustificazioni per i loro comportamenti.
Smerdjakov le ha dalla nascita, che di per sé è un romanzo nel romanzo, e certo ne avrebbe di ragioni pure lui per interrompere drasticamente l'esistenza di quello che dovrebbe essere suo padre, e senza nemmeno dover attendere l'imbeccata di Ivan…e comunque in ogni delitto che si rispetti ci vuole l'esecutore. Voto: 7 perché è un personaggio il cui ruolo cresce pagina dopo pagina.
Grusen'ka

In realtà il nome vero sarebbe Agrafena Alexandrovna ma vuoi mettere Grusen'ka, molto più ruspante, come in fondo è lei. E nel romanzo la si nota, altro che quella gatta morta di Katerina diciamo le cose come stanno. E infatti io avrei suggerito come sottotitolo ai Fratelli Karamazov un bel Tutti pazzi per Grusen'ka.
E la vuole il padre, la vuole il figlio, e la vuole Pan Musjalovic (oddio questo più che altro bussa a quattrini), ma in generale è apprezzata da tutti, tiene banco, ha la parlantina sciolta.
E anche se Dosto non è che abbondi più di tanto nelle descrizioni fisiche, si capisce che la ragazza in tema di avvenenza sappia il fatto suo…aggiungiamo pure anni di praticantato a pagamento in bettole non meglio specificate (Dosto quando si tratta di dare della mig….. a qualcuna non è che mandi in avanscoperta le perifrasi) che l'hanno resa ancora più consapevole e il quadro è completo. Come si concluderà la storia è facile immaginarlo, Grusen'ka non avrà la favola ma qualcosa riuscirà a portarla a casa, a differenza di Katerina che farà la fine della Contessa di Sant'Erasmo…e quale sarebbe direte voi? Ma mica ve posso raccontá tutto io! Voto: 8, figure femminili così non ne fanno più fidatevi.
Zosima
Figura fondamentale della prima parte del romanzo, punto di riferimento per Alesa, si mette in evidenza per un paio di "pipponi" inenarrabili che mi sono piombati fra capo e collo quando meno me lo aspettavo e che sinceramente mi hanno fatto un pelino dubitare riguardo la scelta di leggere questo romanzo.
Figuratevi quindi il mio sospiro di sollievo quando lo Starec Zosima passa a miglior vita riscattandosi ai miei occhi di profano con un post decesso per certi versi esilarante.
Il suo corpo infatti dopo nemmeno 24 ore dalla morte prende a puzzare in modo terrificante entrando in putrefazione con largo anticipo sui tempi anche più ottimisticamente previsti. Voto: 5 figura certamente importante, ma scarsamente proiettata verso il dono della sintesi.
Rakitin
Figura abbastanza enigmatica, fin dall'inizio si comprende come esista un rapporto fra lui e Grusen'ka ma non se comprende bene la natura. Rakitin sembra attratto da lei ma in pubblico la disprezza, ad un certo punto si scoprirà che tra i due esiste un vincolo di parentela di cui l'uomo tuttavia pare quasi vergognarsi. Voto: 4 non il massimo a livello di empatia, l'ho inserito giusto per fare numero.
Signora Chochlakova
Anche lei inserita per raggiungere una sorta di numero legale ma almeno è protagonista di uno dei capitoli più esilaranti, quando Dimitrij la va a trovare chiedendole un prestito di tremila rubli e lei gliene promette tre milioni ma a patto di andarseli a cercare scoprendo miniere "voi avete bisogno solo di una cosa, miniere, miniere, miniere".
E in verità nei Karamazov ce ne sarebbero di personaggi a cui non farebbe male andarsene in miniera. Voto: 6,5 per la franchezza espositiva.
Alëša (il terzo figlio)

Perno centrale del romanzo, se è vero che (come hanno detto alcuni critici e non certo io che rimango un umile lettore che elargisce voti come puro divertissement) ogni fratello rappresenta per certi versi una fase della vita dello scrittore Alëša k può essere definito l'approdo finale di Dostoevskij. Dei fratelli è quello che certamente patisce meno la figura paterna proprio perché proiettato verso figure spirituali ben più imponenti. Ed è anche il meno "colpevole" in relazione al delitto a meno di non volergli imputare un'incapacità di cogliere il tormento psicologico dei fratelli. Al netto di tutto ciò rimane a mio parere il personaggio Dostoevskijano per eccellenza, se non proprio l'alter ego dello scrittore stesso. Voto: 9, ed è un nove se non doveroso inevitabile.
EmmeEmme (Massimiliano Mascalzi)