Ma io non ce l'ho con la primavera! 9

16.03.2025

Con tutto il rispetto, Vostro Onore, vorrei evitare un possibile malinteso: io non ho nulla contro la primavera, anzi! Per questo presenterò una documentazione difensiva, con la generosa collaborazione di un poeta: Vincenzo Cardarelli.

Vincenzo Cardarelli, Poesie, Arnoldo Mondadori Editore

Qui la recensione completa del libro https://www.bibliosalotto.it/l/poesie-vincenzo-cardarelli/

Vincent van  Gogh

MARZO


Oggi la primavera

è un vino effervescente.

Spumeggia il primo verde

sui grandi olmi fioriti a ciuffi

dove il germe già cade

come diffusa pioggia.

Fra i rami onusti e prodighi

un cardellino becca.

Verdi persiane squillano su rosse facciate

che il chiaro allegro vento

di marzo pulisce.

Tutto è color di prato.

Anche l'edera è illusa,

la borraccina è piú verde

sui vecchi tronchi immemori

che non hanno stagione,

lungo i ruderi ombrosi e macilenti

cui pur rinnova marzo il grave manto.

Scossa da un fiato immenso

la città vive un giorno

d'umori campestri.

Ebbra la primavera

corre nel sangue.

Il risveglio della natura è evocato dallo spumeggiare del vino che, sinestesicamente, si propaga ai colori ravvivati delle piante, e degli oggetti materiali - persiane, case - che squillano grazie alla funzione purificatrice del vento. Anche vecchi tronchi e muri sono rinverditi dai rampicanti che li ricoprono. 

Un profondo, rinnovato respiro, scuote anche la città avvolta dagli umori campestri, aromi reali e simbolici. 

Camille Pissarro

La chiusa, è perfettamente simmetrica alla metafora di apertura: l'ebbrezza della vita fermenta anche nel sangue dell'uomo. 

La primavera, risveglio ciclico della materia vivente, ha tempi e modi indipendenti dalle leggi umane; la bellezza delle sue manifestazioni è inconsapevole di sé, ma è l'occhio di chi la guarda a renderla reale, e le parole, che la raffigurano in mille e mille combinazioni diverse, la rendono poetica.

La propongo con un'unica istruzione per l'uso: da leggersi lentamente.

In abbinamento il primo movimento della Primavera di Antonio Vivaldi che ben rende l'euforia della stagione.

https://www.youtube.com/watch?v=9mLL__AmvOk&t=31s&ab_channel=JanineJansen-Topic

Qui il concerto completo.

https://youtu.be/3ibqqUW808Q?si=c3QI9lNDIYMKGxRk

Edvard Munch

PRIMAVERA CITTADINA

Fra tuoni allegri e raffiche puerili

la primavera mette i suoi colori

e spiega la sua bandiera

come una cerimonia militare

che si svolge con qualunque tempo.

Di giorno in giorno avanza

l'irrompente stagione.

E già la terra è piena

del suo passaggio

e del suo fresco e molle detrito.

Il biancospino è fiorito e sfiorito

aspettando la polvere di maggio.

Gli alberi che vedemmo lungo il fiume

tutto un inverno nudi

hanno le foglie nuove e i tronchi neri.

Claude Monet

Una vita incredibile e segreta

scorre in quei fusti umidi e adorni di

sí tenera chioma.

A pie' dei vecchi muri

le prode rinverdite

son come carne d'adolescente,

e si risentono i ruderi.

Ma le orgogliose piante sempreverdi non conoscono primavera.

Decorosa tristezza di quegli alberi,

ornamento dei nostri giardini,

che ottobre non depreda

e aprile non rinnova.

Insensibili piante. Sono pari

ai monumenti cui fanno corona

e non sospirano che il plenilunio

e un usignolo che le consoli.

Qui la primavera sembra avanzare al rullo dei tamburi, chiassosa e disordinata. Irresistibile, il risveglio della vita travolge ogni cosa con la forza della sua giovinezza. Ma non tutti partecipano alla parata trionfale, in disparte, con decorosa tristezza, stanno gli alberi da giardino, sempreverdi, e perciò immutabili, le stagioni non li toccano. Che vuol dire il poeta? Che il rinnovamento passa sempre necessariamente attraverso la distruzione del vecchio? Che per rinascere bisogna morire? Questa è la legge della natura, come dice un altro poeta*

Aprile è il mese più crudele, genera

Lillà da terra morta, confondendo

Memoria e desiderio…

* Thomas Eliot, La terra desolata, Feltrinelli

Analoga, imperturbabile immobilità è quella dei monumenti cui gli alberi domestici dei parchi fanno corona, testimoni di un passato che non può rivivere. Il loro regno è la notte, al plenilunio si leva il canto** accorato dell'usignolo con le sue mitiche storie di morte***.

Notevoli in questa lirica i contrasti: rumorosa allegria dei temporali, accorato canto notturno dell'usignolo; alberi che mutano al passaggio della primavera, alberi che hanno solo apparenza di vita, pietrificati e insensibili alle stagioni; forse il poeta vi si identifica.

**   https://www.youtube.com/watch?v=VSxxyrxBWBo&ab_channel=PierandreaBrichetti

*** https://www.treccani.it/enciclopedia/filomela/