Nomen Omen? (2)

08.07.2025

Tra le principali caratteristiche del pensiero magico vi è il potere attribuito alle parole, che sono considerate strumenti capaci di modificare il mondo reale, creando, distruggendo, guarendo, incantando e influenzando gli eventi in mille modi diversi. Tra le parole, il nome è considerato come dotato di un potere del tutto particolare. Nella Bibbia, il secondo comandamento prescrive di non nominare il nome di Dio invano e l'uomo primitivo considera il suo nome come una parte vitale di se stesso, e ne ha una cura proporzionata. Così, per esempio, l'indiano del Nord America «considera il suo nome non come un'etichetta, ma come una parte distinta della sua personalità, quanto gli occhi, o i denti, e crede che gli possa derivare danno da un uso malefico del suo nome quanto da una ferita a qualunque parte del suo organismo". (James G. Frazer, "Il ramo d'oro") 

 Dalla fede nella potenza del verbo, gli Egizii trassero la grande importanza del nome […]. Per gli Egizii, il nome era parte integrante del Ka dell'individuo, costituiva in certo modo la sintesi psichica di Lui, riassorbiva tutta la sua forza magnetica. […] per vietare che nemici potessero servirsene per attentare al Ka e distruggerlo, l'egizio nascondeva il proprio nome sotto un soprannome. (Alberto Savinio, Importanza del nome, su La Stampa, 8 maggio 1940)

 I Romani usavano la locuzione nomen omen, ossia il nome è augurio, il nome è un presagio, una premonizione. Il primo ad usare la frase fu Plauto, nella commedia Persa, "il persiano". Plauto era solito dare ai suoi personaggi dei nomi parlanti come Pirgopolinice ("espugnatore di fortezze e città") al protagonista del Miles Gloriosus, Sosia, al servo di Anfitrione in cui si trasforma Mercurio nell'Amphitruo, Stafila, nome che richiama il grappolo d'uva, a una donna troppo amante del vino nell'Aulularia; nelle sue commedie si trovano Panciapiena, Truculento e così via.
 Lo stesso nome Plautus significa "piedi piatti".

 Tra gli scrittori contemporanei, Alberto Savinio è tra quelli che più si sono occupati dell'influsso dei nomi; nel 1944, in un commento alla Città del Sole di Tommaso Campanella, confessava: Io ho così poca fiducia nel potere magico del nome e del cognome che mi sono cambiato l'uno e l'altro.
 Lo stesso anno, contraddicendosi come era sua abitudine, scriveva: Il destino di noi uomini «civili» è nei nostri nomi e nei nostri cognomi. Molto rari gli uomini che non «somigliano» al loro nome e al loro cognome. Molto rari gli uomini il cui destino non è scritto nel loro nome e prescritto nel loro cognome. (Maupassant e "l'Altro"
) 

La categoria del nomen omen è stata una feconda fonte di ispirazione per facezie a volte di dubbio gusto come: il nome della prostituta russa (Vagina Seminova), del ministro dei trasporti cinese (Fur Gon Cin) o del motociclista giapponese (Tofuso Lamoto). Si tratta di nomi di fantasia che giocano su doppi sensi e assonanze e che sono stati usati anche dagli autori della rivista Topolino per dare il nome ai loro personaggi (ad esempio il milionario Ricky Sfondatis, l'allevatore di cavalli Al Trotto, il calciatore brasiliano Tuco Pelota). Accade però a volte che la realtà non sia inferiore alla fantasia: 

Quando la parola che indica il nome di una persona sembra in relazione col lavoro che svolge si parla di attronimo. Si tratta di un termine proposto dal linguista Tullio De Mauro per tradurre aptronym, un neologismo inglese attribuito al giornalista americano Franklin P. Adams. Apt significa appropriato, adatto. 

L'ipotesi che esista tra il nome proprio di una persona e la sua professione una qualche relazione motivata e causale è da diversi anni anche al centro di una discussione seria e spesso sintetizzata in ambito anglosassone con l'espressione «determinismo nominativo». Discussione che – pur trattando una materia oggetto di numerosi studi precedenti di semiotica e linguistica – viene convenzionalmente fatta risalire al 1994, quando a partire da alcuni casi di attronimi in ambito accademico citati in una rubrica sulla rivista New Scientist alcuni studiosi cercarono di misurare questo fenomeno e di interrogarsi sulle possibili ragioni sociali, culturali e psicologiche. […] Uno tra i primi intellettuali del Novecento che si interessarono al dibattito in chiave psicanalitica fu l'influente psicologo svizzero Carl Jung, che riprese alcuni studi precedenti dello psicologo tedesco Wilhelm Stekel sulla «coazione del nome» nella scelta dell'occupazione professionale. Jung ne scrisse a proposito del suo concetto di «sincronicità», ossia una correlazione significativa ma non causale che intercorre tra due fenomeni principalmente attraverso processi inconsci. Citando, tra gli altri, il caso celebre del neurologo austriaco e fondatore della psicanalisi Sigmund Freud – il cui cognome in tedesco significa "piacere" e la cui teoria psicoanalitica è largamente basata proprio sul «principio di piacere» – Jung suggerì l'idea che le persone siano attratte da professioni che si adattano al loro nome. 

https://www.ilpost.it/2022/06/07/nomi-attronimi-pregiudizi/

Tra gli attronimi Wikipedia ricorda:
 Bruno Bozzetto, disegnatore e autore di cartoni animati;
Stefano Disegni, disegnatore satirico;
Giacomo della Chiesa, diventato papa come Benedetto XV;
Luigi de Magistris, magistrato;
Chris Moneymaker, campione del mondo di poker;
Usain Bolt, velocista giamaicano, primatista mondiale dei 100 e dei 200 metri piani (bolt può essere tradotto come dardo, fulmine, ma anche balzo o scatto).
Scott Speed, pilota automobilistico;
Sandro Penna, poeta;
Raniero Cantalamessa, frate predicatore;
William Wordsworth, poeta (si può tradurre con valore, oppure peso delle parole);
Santo Trafficante, capostipite della più influente famiglia mafiosa della Florida;
Viktor Ponedel'nik, attaccante della nazionale russa, la cui traduzione è "vincitore lunedì", che durante il Campionato europeo di calcio del 1960, segnò il gol decisivo al 113º minuto contro la Jugoslavia, allo scoccare della mezzanotte di lunedì 11 luglio.
 Ma gli esempi che si possono fare sono infiniti.
Antonio Manganelli è stato il capo della polizia in Italia dal 2006 al 2013; 

Monsignor Mariano Crociata è stato Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) dal 2008 al 2013. Un altro Crociata, Michele Antonino, è l'autore di "Cristiani e musulmani nei secoli…" 

Il primo direttore di Italia Oggi, quotidiano economico fondato nel 1986, è stato Marco Borsa. Luigi Stella e Cristiano B. Cosmovici sono due celebri astrofisici italiani. Il botanico ceco Josef Velenovský (1858-1949) ha descritto circa duemilasettecento nuove specie di funghi, molti dei quali velenosi. Un caso piuttosto triste è quello di Vita Errante, arrestata per esercizio della prostituzione:

Ci sono poi quelli che De Mauro chiamava attronimi ironizzanti, come nel caso dell'avvocato Massimo Della Pena, o sempre tra gli avvocati Maria Rina Gratiaplena. La prima donna a dirigere un'orchestra sinfonica in Italia è stata Elisabetta Maschio. Un noto giornalista di LaRepubblica si chiama Concetto Vecchio. Umberto Domina ne ricorda alcuni nel suo ormai introvabile libro: Siamo tutti umoristi.  

Ci sono poi alcuni casi di interesse storico… Il conte fiorentino Guglielmo Libri (1802 – 1869) fu un famoso matematico ma è soprattutto noto per essere stato uno dei più grandi ladri di libri di ogni tempo. Tra l'altro il suo nome completo è piuttosto curioso: Guglielmo Brutus Icilius Timeleone Libri Carucci dalla Sommaja. https://www.treccani.it/enciclopedia/guglielmo-libri_(Dizionario-Biografico)/ 

 Alberto Beneduce (1877 – 1944) è stato un economista e dirigente di importanti aziende statali. Fu di idee socialiste, inequivocabilmente manifestate dai nomi di tre dei suoi cinque figli: Idea Nova, Vittoria Proletaria e Italia Libera. Non poté però sfuggire al destino indicato da suo nome e divenne uno dei più ascoltati consiglieri economici di Benito Mussolini.

 Maurizio Assalto ci ricorda, tra molti altri, il caso di quello che – non foss'altro per il ruolo avuto negli anni Ottanta sulla scena politica americana, e quindi mondiale, come portavoce del presidente Ronald Reagan – si potrebbe assumere a nume tutelare di tutti i nomenominati: Larry Speakes, ossia (con una "e" di troppo, ma nella pronuncia non si avverte) "Lorenzo parla" – autore peraltro (e poteva essere altrimenti?) di un libro intitolato Speaking out, in cui rivelava i retroscena della sua esperienza alla Casa Bianca. Restando all'estero, come non ravvisare un sinistro presagio nel nome del generale serbo-bosniaco noto come "il boia di Srebrenica", vale a dire Ratko Mladić? Nella lingua serbo-croata rat significa guerra, e infatti per crimini di guerra e genocidio questo galantuomo è stato condannato all'ergastolo dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia. Non ha invece bisogno di spiegazioni, perché il suo cognome richiama lo stesso concetto in serbo-croato come in italiano, Zvonimir Šeparović, ministro degli Esteri della Croazia che all'inizio degli anni Novanta procedeva alla secessione dalla Repubblica Socialista Federale orfana del maresciallo Tito

https://www.linkiesta.it/2024/02/nomen-omen-origine-nome-presagio/ 

 Alberto Savinio ci propone infine un ultimo, raffinato esempio: Per sfuggire alla fatalità del nome certuni si coprono di uno pseudonimo; e traggono questo scudo, questo domino, dal mondo ideale. In nessun altro, quanto Luigi Pulci, è più stretta somiglianza tra uomo e nome. […] Non sentì bisogno di cambiarlo. Vuol dire che non sentiva bisogno di nascondersi. Poteva farsi un nome geografico, come usava nel suo tempo. Chiamarsi Luigi da Firenze, dato che a Firenze egli era nato il 15 agosto 1432. Invece no: continuò a chiamarsi Luigi Pulci. Che è un nome meschino. Accettò la 'sorte' del proprio nome. Accettò la meschinità del proprio nome. Vuol dire che tra sé e il nome, tra il proprio nome e la propria poesia, non sentiva sproporzione. E, infatti, sproporzione non c'è. Tutto in Luigi Pulci è Pulci. (Luigi Pulci, in "Opere. Scritti dispersi. Tra guerra e dopoguerra (1943-1952)") 

 Per chi volesse approfondire il tema dei "nomi parlanti" nelle commedie di Plauto, consiglio l'articolo di Silvia Argento: https://www.frammentirivista.it/nomen-omen-teatro-nomi-plauto/ 

 Circa gli studi scientifici riguardanti la possibile esistenza di un "determinismo nominativo":
 https://www.ilpost.it/2022/06/07/nomi-attronimi-pregiudizi/ 

Infine, per chi si appassiona di nomi inventati, i siti sono millanta, ad esempio:

https://www.fmboschetto.it/divertenti/nomina_sunt_omina.htm 

https://spazioinwind.libero.it/skazzz/varie/nomi%20e%20cognomi/personaggi%20stranieri%201.htm

                                                                                                              DrRestless (Roberto Gerbi)