Simposio

La pista cifrata, ovvero unire i puntini da 1 a … è un classico gioco della Settimana Enigmistica che tutti abbiamo fatto. Ce ne sono di molto semplici nei libri per bambini, nei quali l'immagine traspare con una certa evidenza, ed altri assai complessi nei quali l'immagine è abilmente celata dalla quantità di puntini numerati da collegare e dalla loro disposizione; il solutore la porta alla luce tracciando la via indicata. La storia qui raccontata rassomiglia a questo gioco.

Da una parte dà l'illusione di una certa prevedibilità, come in quelli per bambini: i personaggi, rappresentanti fatui e vacui dell'alta società, fanno pensare ad un racconto ironico e amaro di satira sociale; ma la pista cifrata, predisposta dall'autrice, rivela molto di più al lettore, via via che volta le pagine (i puntini che uniscono fatti e persone): una trama arabescata, un elegante drappo che copre l'orrore.
Donne e uomini amabili e raffinati, di buon gusto e cortesi maniere, dal sorriso accattivante, si muovono con garbo e leggerezza fra tavole dalle stoviglie preziose e cibi ricercati, aste d'arte, voli in prima classe, lussuosi hotel, appartamenti riccamente arredati. Le loro disinvolte conversazioni si librano leggere - dati i contenuti - come farfalle.
L'avidità volgare del denaro, e i mezzi con cui lo si è ottenuto, sono ben mascherati dalla tradizione del possesso. Avidità e violenza appartengono invece a coloro che, ai margini di questa privilegiata condizione, se ne vogliono impadronire. Un'analisi impietosa compiuta attraverso il dipanarsi di una storia che, come l'immagine nel gioco dei puntini numerati, si svela al lettore, una pagina dopo l'altra, con un abile dosaggio di indizi e piccole anticipazioni che ne tengono deste attenzione e curiosità.
Sfogliando il libro
È il diciotto e Hurley Reed trova che la cena procede bene. Il fagiano, che temeva fosse troppo banale, si è rivelato in fin dei conti un'ottima idea. Chris gli ha spiegato che tutto dipende dalla qualità del fagiano e dal modo di cucinarlo.
Durante le settimane precedenti, nelle sere in cui, come al solito, discutevano dei vari problemi della loro vita quotidiana, hanno passato in rassegna molte idee per questa portata. Avrebbero potuto mangiare un'aiguillette de canard, petto d'anatra in fettine sottilissime con salsa di mirtilli rossi e contorno di piselli e sedano brasato. Come vino, un Côtes du Rhône.
Invece stanno mangiando fagiano e Hurley nota che tutto procede bene. Per essere un pittore (o forse proprio perché è parte integrante della sua personalità di artista), si dimostra attentissimo alle forme dell'ospitalità. In queste occasioni si veste con particolare cura: giacca di velluto e pantaloni scuri. Chris Donovan adora ricevere. È raro che Hurley trovi il tempo per questo, ma quando ha fissato una sera comincia a far progetti con molto anticipo. Ne parlano e ne riparlano insieme a lungo, finché non hanno messo a punto ogni particolare. Un invito a cena in casa di Hurley e Chris, quindi, ha sempre un che di prestigioso: non proprio un onore, ma qualcosa, se mai, di più sottile e gradito.

Ma Hurley, che ora, ultimo dei dieci commensali, sta prendendo una seconda porzione di fagiano, ha meditato a lungo sull'argomento. Non si è mai sposato, in parte per carattere e in parte perché la sua amatissima Chris Donovan, per motivi di famiglia e di tasse, non ha mai voluto farsi sposare. Hurley espone a Ella il frutto delle sue riflessioni:
- I voti del matrimonio - dice - vengono quasi sempre pronunciati sotto l'influsso della passione amorosa. Parlo dei matrimoni di oggi, di coppie che hanno avuto libertà di scelta. Di coppie innamorate. Non parlo dei matrimoni combinati, in cui l'unione è stata concordata da genitori e familiari. Partiamo dunque dal matrimonio d'amore. - Ebbene - dice Hurley - i voti dettati dalla passione amorosa sono come le confessioni rese sotto tortura. L'amore erotico è una forma di follia. Gli sposi non sanno né quello che fanno né quello che dicono. Sono in extremis. E i voti fatti in preda alla passione amorosa si dovrebbero quanto meno poter prendere con beneficio di inventario. Perciò i cattolici, che professano quella che passa per la più razionale di tutte le religioni, possono, anzi devono ammettere il divorzio fra persone che sono state innamorate, dal momento che i voti matrimoniali vengono pronunciati in quello stato di squilibrio mentale che è appunto la passione d'amore.