Chi è la Belle Dame sans merci? 1

07.11.2025

Un paesaggio lacustre, spettrale: fra le canne disseccate tace il canto degli uccelli e lo scoiattolo si è nascosto nella sua ben fornita tana. 
Soltanto un cavaliere, solitario e smunto - la fronte liliacea imperlata di pena febbrile, le gote che avvizziscono - vaga in quella desolazione. Che gli è accaduto? 

Per quale pena, cavaliere in armi,
te ne vai così errante, pallido e solo?
È secco ormai il canneto del lago
e non sento un solo uccello cantare.

Per quale pena, cavaliere in armi,
così macilento e quasi desolato? 
Il granaio dello scoiattolo è pieno,
il raccolto già ben ammucchiato.

Vedo un giglio sulla tua fronte,
imperlata di febbre e fredda angoscia,
e sulla tua guancia una rosa sfiorisce:
e troppo, troppo presto muore.

Giorgio de Chirico

 Chi era la dama incontrata nel bosco dal cavaliere - una fata dalla fluente chioma, dallo sguardo fatale, dalla voce ammaliante - che egli ha adornato di fiori? Miele, radici e manna gli ha offerto, nutrimento di sortilegio ed estasi, e gli ha dichiarato il suo amore che, fra infiniti baci, si è consumato in una grotta stregata.

Incontrai in un bosco una dama:
splendida, figlia di una fata,
capelli lunghi, il passo leggero…
l'occhio, selvaggio.

Le feci una ghirlanda per corona,
e poi bracciali e un cinto profumato,
lei mi guardò come presa d'amore
dalla sua bocca uscì un dolce lamento.

La posi al passo sul mio destriero,
non vidi più nient'altro, quel giorno:
piegandosi verso di me lei mi cantava
un rapinoso canto di fata.

Trovò per me radici di piacere,
poi miele selvatico e stille di manna,
e con sincerità, in una lingua strana,
mi disse: "Sì, io ti amo davvero".

E mi portò nella sua grotta fatata
e pianse, e sospirò con dolore:
e allora io le chiusi i suoi occhi selvaggi
con infiniti e infiniti baci.

Dante Gabriel Rossetti

Tuttavia non un sonno di appagata sazietà è seguito all'amplesso, ma un torpore popolato di angosciose visioni: chi sono gli esangui re e principi e guerrieri che lo metton o in guarda, con grida disperate,  inutili ormai, dal pericolo della bella dama senza pietà? Lei si è impadronita di lui come ha fatto con loro.

Mi addormentò, cullandomi,
e io sognai: sciagura!
sognai quello che fu il mio ultimo sogno,
sul fianco della gelida collina.

E vidi pallidi re e principi, e guerrieri,
tutti erano pallidi di morte,
gridavano: "La belle dame sans merci, la dama
la dama bianca ti ha in sua balia".


Herbert Cole, Principi e Re e Guerrieri

Vidi le loro labbra consunte nel buio
aprirsi in un grido disperato
e mi svegliai e mi trovai qui, ora
sul fianco della gelida collina.

Ecco perché io sono in questo luogo,
e vado errando pallido e solo.
anche se è secco il canneto del lago,
e non sento un solo uccello cantare.


Dal fumetto di Julian Peters

Storia breve ed enigmatica: chi è questa donna dal fascino distruttivo? Il cavaliere ricorda le ombre pallide dell'Ade, forse si è avventurato sconsideratamente nei territori di un mondo ultraterreno e ne è rimasto prigioniero, ha mangiato il cibo degli Inferi, come Persefone, e non può più fare ritorno alla vita.
Tutto fa pensare al regno dei morti; la vegetazione inaridita, l'assenza di creature allegre e vitali come gli uccelli e lo scoiattolo, il pallore del cavaliere e delle altre vittime della spietata incantatrice. Il bosco dell'incontro e i fiori sono la rappresentazione della vita che, dietro al fulgore e alla gioia rivela l'ineluttabile epilogo, la morte è presenza occulta, ma costante nascosta in ogni atto vitale, pronta a ghermire, tutti i viventi.

George Frampton, La Belle Dame sans Merci

(continua)                                                                                                                                         Gralli