Il Conclave del 1829
Il 10 febbraio 1829 morì Papa Leone XII, nato Annibale Francesco Clemente Melchiorre Girolamo Nicola della Genga; il conclave per l'elezione del suo successore fu convocato il 24 febbraio. Perché ci interessa questo particolare conclave? Perché ebbe un testimone d'eccezione, lo scrittore francese Stendhal che in quegli anni si trovava a Roma e che descrisse gli avvenimenti nel suo libro Promenades dans Rome.
A distanza di quasi duecento anni il fatto che più colpisce è il numero e la provenienza dei cardinali elettori. Nel conclave che si aprirà il prossimo 7 maggio saranno 133: 53 provenienti dall'Europa (17 italiani), 23 asiatici, 21 latinoamericani, 18 africani, 16 nordamericani e 4 dell'Oceania. Alla morte di Leone XII i cardinali erano 59, ma uno di questi morì nel periodo di interregno. In conclave entrarono 50 cardinali mentre gli altri 8 non parteciparono per motivi di distanza o di salute. Tutti, senza alcuna eccezione, erano europei e, tra quanti parteciparono al conclave, 22 dello Stato Pontificio e altri 19 dei diversi paesi italiani, ossia Regno delle Due Sicilie, Regno di Sardegna, Regno Lombardo-Veneto e così via.

Il conclave non si svolgeva in Vaticano ma a Monte Cavallo, ossia nel palazzo del Quirinale, allora residenza pontificia.
Nel libro di Stendhal, scritto in forma di diario, si legge:
5 marzo 1829 – Andando a piazza Monte Cavallo abbiamo incontrato tre processioni che sono fatte per chiedere al cielo la rapida elezione del sommo pontefice. Anche l'ultimo artigiano di Roma sa bene che l'elezione non avrà luogo nei primi giorni; è necessario che i partiti riconoscano le loro forze. Le prime votazioni, che non possono portare ad alcun risultato, sono di pura cortesia; i cardinali danno il loro voto a quei loro colleghi che vogliono onorare con un segno di pubblica stima. Abbiamo assistito alla fumata, e alle risate rumorose che provoca sempre. Ecco cos'è. Dalla finestra più vicina a quella che è stata murata nella facciata del palazzo di Monte Cavallo, che guarda i colossali cavalli, esce un tubo di stufa lungo sette o otto piedi. Questo tubo gioca un ruolo importante durante il conclave. I giornali vi hanno insegnato che i nobili reclusi vanno alla votazione ogni mattina. Ogni cardinale, dopo una breve preghiera, deposita un biglietto sigillato in un calice, posto sull'altare della cappella Paolina. Questo biglietto […] contiene il nome del cardinale scelto, un motto preso dalle Sacre Scritture e il nome del cardinale elettore. […] Due volte al giorno, quando i cardinali incaricati dello scrutinio riconoscono che nessun candidato ha ottenuto i due terzi dei suffragi, i bigliettini vengono bruciati e il fumo esce dal tubo di stufa di cui ho detto: questo è ciò che si chiama fumata. Ogni volta questa fumata eccita le risa del popolo affollato sulla piazza di Monte Cavallo. Tutti immaginano il disappunto degli ambiziosi e ognuno se ne va dicendo: «Andiamo, anche per oggi non abbiamo il Papa».

Ippolito Caffi - Piazza del Quirinale, 1847
6 marzo – L'agitazione è al colmo. […] Questa mattina abbiamo assistito allo spettacolo dell'arrivo del pranzo dei cardinali; ogni pranzo dà luogo ad una vera e propria processione, che attraversa Roma lentamente. È aperta dai cortigiani dei vari cardinali, più o meno numerosi a seconda della ricchezza del porporato. (il corteo più brillante è quello del cardinale de Gregorio.) Segue una barella portata da due facchini, sulla quale è posto un gran paniere decorato con le armi del cardinale; il paniere contiene il pranzo; due o tre vetture di gala chiudono la processione. Un simile corteo parte ogni giorno dai palazzi di ogni cardinale per raggiungere Monte Cavallo. Questa mattina, grazie a monsignor N***, abbiamo assistito all'ispezione dei pranzi; molti cortei erano già arrivati. Dopo aver superato il portone, non senza difficoltà, e attraversato il gran cortile di Monte Cavallo, siamo giunti in una sala provvisoria […] in fondo alla quale si aprono due ruote. Lì un vescovo procede a ispezionare le vivande. I panieri vengono aperti e i piatti fatti passare uno ad uno fra le mani del vescovo, il cui esame dovrebbe avere lo scopo di impedire qualsiasi corrispondenza. Il vescovo esamina ogni piatto con aria compunta, lo annusa quando ha un buon aspetto, poi lo passa ad un subalterno, che lo mette nella ruota. È evidente che ogni pranzo potrebbe contenere cinque o sei biglietti, nascosti dentro ai polli o sotto i timballi di legumi. Proprio mentre stavamo per andarcene, annoiati dalla vista di tutto quel cibo, abbiamo visto arrivare attraverso la ruota, dall'interno del conclave, un biglietto con due numeri, 25 e 17, e con la preghiera di giocarli al lotto. I giochi d'azzardo sono una delle grandi passioni degli italiani. Un romano abbandonato dall'amante, quale che sia la sua disperazione, non mancherà di giocare al lotto il numero dell'età della donna o quello del giorno della rottura. La stessa parola "infedeltà", cercata nel Dizionario del Lotto, corrisponde, se non mi sbaglio, al numero 37. I numeri arrivati dall'interno del conclave potevano anche significare che, nello scrutinio del mattino, il cardinale che occupa l'appartamento numero 25 aveva avuto 17 voti, o qualsiasi altra cosa. I numeri 17 e 25 furono fedelmente consegnati al domestico del cardinale P. La descrizione dell'ingresso nel conclave del pranzo dei cardinali, vi ha dimostrato che niente è più facile che comunicare con l'esterno nel corso della giornata. Di notte, dopo la fumata, quando tutti si allontanano, si lanciano sulla piazza di Monte Cavallo o sulla via Pia delle piastre bucate che contengono dei bigliettini scritti su carta sottile, e c'è sempre qualcuno che si trova a passarvi per caso a raccoglierle. […]
9 marzo – Non si ha più il coraggio di occuparsi del conclave. Noi abbiamo passato un paio di giorni a Tivoli, il tempo era magnifico. Stasera, al ritorno, abbiamo trovato i nostri romani caduti nella disperazione; le loro fisionomie erano davvero cambiate. […]
15 marzo – Sempre processioni e preghiere per la pronta elezione del papa. Si comincia a mormorare vivacemente. I romani temono per la loro Settimana Santa; se il papa non è nominato per il 1° aprile, giorno di Pasqua, non c'è la Settimana Santa, e addio agli affitti esorbitanti. I nostri ospiti parlano della Settimana Santa come di una vendemmia, sostengono che quest'anno si preannunci molto buona. Gli stranieri, che le cerimonie del conclave hanno attirato a Roma, non se ne andranno, e ne arriveranno molti altri. Ieri e oggi abbiamo corso per tutti i quartieri di Roma; volevamo trovare un alloggio per uno dei nostri amici che viene dalla Sicilia; impossibile trovarlo, i prezzi sono spropositati. […]
31 marzo - Questa mattina pioveva a dirotto, una vera pioggia tropicale, quando un parrucchiere, a cui avevamo promesso qualche moneta, è entrato senza fiato e veramente fuori di sé, nel soggiorno dove abbiamo pranzato. Signori non v'è fumata. Ecco le uniche parole che è riuscito a pronunciare. […] Quindi il voto di questa mattina non è stato bruciato; il papa è stato nominato. Siamo stati colti di sorpresa; proprio come Cesare Borgia avevamo tutto previsto per il giorno della nomina del pontefice, tranne che una pioggia come da tempesta. Noi l'abbiamo sfidata. Abbiamo avuto la costanza di passare tre ore in piazza Monte Cavallo. Dopo dieci minuti eravamo bagnati come se ci fossimo gettati nel Tevere. I nostri cappotti di taffetà cerato proteggevano un po' le nostre compagne di viaggio intrepide come noi. Avevamo a disposizione delle finestre che si affacciavano sulla piazza, ma volevamo tutti essere proprio di fronte alla porta del palazzo, accanto alla finestra murata, per sentire la voce del cardinale che avrebbe proclamato il nome del nuovo papa. Non ho mai visto una tale folla, uno spillo non sarebbe caduto per terra, e pioveva a dirotto. Alcuni coraggiosi soldati svizzeri, con i quali eravamo già d'accordo, ci hanno fatto arrivare ai posti custoditi per noi molto vicino alla porta del palazzo. Uno dei nostri vicini, un uomo molto elegante e che già si prendeva la pioggia da un'ora, ci ha detto: Questo è cento volte più interessante dell'estrazione della lotteria. Pensate, signori, che il nome del papa che stiamo per conoscere, influenza direttamente la fortuna e i progetti di tutti quelli che a Roma indossano un abito di buona stoffa. A poco a poco l'attesa, in una situazione così scomoda, ha fatto incollerire il popolo, e in queste circostanze tutti sono popolo. Invano cercherei di dipingervi il trasporto e l'impazienza che, in un batter d'occhio, ci hanno agitati tutti, quando una piccola pietra si è staccata dalla finestra murata sul balcone, su cui erano fissi tutti gli occhi. Una acclamazione generale ci ha assordato. L'apertura si è ingrandita rapidamente, e in pochi minuti, la breccia è stata abbastanza larga da permettere a un uomo di spingersi sul balcone. Un cardinale si è presentato, abbiamo creduto di riconoscere il cardinale Albani; ma, spaventato dall'orribile acquazzone che si riversava in quel momento, questo cardinale non ha osato avventurarsi sotto la pioggia dopo una reclusione così lunga. Dopo mezzo secondo di incertezza ha fatto marcia indietro. Chi potrebbe descrivere in quel momento la rabbia del popolo, le sue grida di furore, le sue imprecazioni volgari? Le nostre compagne ne sono state davvero spaventate. Quei furiosi parlavano di demolire il conclave e di andare a strapparvi il loro nuovo papa. Questa strana scena è durata più di mezz'ora. Alla fine, i nostri vicini erano rimasti senza voce a furia d'urlare. La pioggia è diminuita per un istante, il cardinale Albani si è fatto avanti sul balcone, questa folla immensa ha tirato un sospiro di sollievo, e ha fatto un silenzio da sentir volare una mosca. Il cardinale ha detto: ANNUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM, PAPAM HABEMUS EMINENTISSIMUM ET REVERENDISSIMUM DOMINUM (l'attenzione è raddoppiata) FRANCISCUM-XAVERIUM, EPISCOPUM TUSCULANUM, SACRAE ROMANAE ECCLESIAE CARDINALEM CASTIGLIONI, QUI SIBI NOMEN IMPOSUIT PIO VIII. Alle parole Franciscum Xaverium, alcune persone ben informate sui nomi dei cardinali hanno indovinato il cardinale Castiglioni, ho sentito pronunciare questo nome molto distintamente; alla parola Episcopum Tusculanum, venti voci hanno ripetuto quel nome, ma a voce molto bassa, per non perdere nulla di ciò che diceva il cardinal Albani. Alla parola Castiglioni, c'è stato come un grido represso, seguito da un movimento di gioia profonda. Si dice che questo papa ha tutte le virtù, soprattutto non sarà cattivo. Prima di ritirarsi, il cardinale Albani ha lanciato al popolo un foglio, contenente le stesse parole che aveva appena pronunciato. Ha finito col battere le mani. Gli risposero applausi universali; nello stesso istante il cannone di Castel Sant'Angelo annunciò questo grande evento alla gente della città e delle campagne. Ho visto lacrime negli occhi di molti; era semplice emozione per un evento così a lungo atteso? Queste lacrime erano l'espressione della fortuna per aver ottenuto un sovrano così buono dopo una così gran paura? La gente, andando via, canzonava i due o tre cardinali la cui nomina l'avrebbe preoccupata. Siamo tornati molto velocemente per riscaldarci. In tutta la vita nessuno di noi si è bagnato così tanto. Ecco alcuni dettagli del conclave, quelli che permette di fornire la prudenza. È stata una sorta di predizione di Pio VII che è valsa a Pio VIII i tre o quattro voti che hanno deciso la sua elezione. Si racconta che Pio VII, quando lo nominò cardinale, disse comunque in modo abbastanza oscuro: Questo sarà il mio successore. […]
La realtà era più complessa… Durante il conclave, il cardinale Emmanuele De Gregorio fu proposto come candidato gradito ai francesi, mentre il cardinale Bartolomeo Pacca era il candidato dell'ala più moderata; contro di lui si abbatté il veto del re di Francia Carlo X. I cardinali concentrarono allora i voti su Francesco Saverio Castiglioni, un candidato di compromesso. Castiglioni era stato prossimo all'elezione durante il precedente conclave del 1823 ma era stato accantonato per le sue cattive condizioni di salute.

Horace Vernet – Pio VIII portato nella basilica di San Pietro, 1829
Stendhal racconta: 1° aprile 1829, la sera - Questa mattina, alle nove del mattino, il nuovo papa si è recato dal palazzo Quirinale al Vaticano. È stato accolto con entusiasmo. Il popolo si chiedeva: Ma chi sceglierà come Segretario di stato? I romani non sapevano ancora che il cardinale Albani è stato stato nominato ieri da un motu proprio, scritto di suo pugno dal papa.
Non fu una nomina gradita. Il 23 aprile, lasciando Roma, Stendhal scriveva:
In questi luoghi di piacere, il genio italiano dimentica di avere paura e di odiare. La nomina del cardinale Albani comincia a produrre il suo effetto; questa mattina è stato trovato, scritto in lettere enormi, col gesso bianco, in venti luoghi di Roma, e alla porta del palazzo di Monte Cavallo, dove risiede il papa: SIAM SERVI SÌ, MA SERVI OGNOR FREMENTI. (Alfieri)
Il 1° aprile anche Giuseppe Gioachino Belli aveva commentato a suo modo l'elezione del nuovo Papa:
Che ffior de Papa creeno! Accidenti!
Co rrispetto de lui pare er Cacamme. 1
Bbella galanteria da tate e mmamme
pe ffà bbobo a li fijji impertinenti!
Ha un erpeto pe ttutto, nun tiè ddenti,
è gguercio, je strascineno le gamme,
spènnola da una parte, e bbuggiaramme
si arriva a ffà la pacchia a li parenti.
Guarda llí cche ffigura da vienicce
a ffà da Crist'in terra! Cazzo matto
imbottito de carne de sarcicce!
Disse bbene la serva de l'Orefisce
quanno lo vedde8 in chiesa: «Uhm! cianno fatto
un gran brutto strucchione 2 de Pontefisce».
("Pio Ottavo", da "I sonetti", 11)
1 Autorità ebraica nel Ghetto. 2 Omaccione malfatto.
Roberto Gerbi (DrRestless)