Istruzioni per scaricare libri (e rendersi infelici?)

28.05.2025

Oggi il vostro antitetico Tarlo vi propone il sito della Edizioni Arcipelago, una piccola casa editrice che mette a disposizione un immenso catalogo di libri liberamente scaricabili: 

 https://www.edarcipelago.com/ 

La filosofia della casa editrice è che: 

 Le norme sul diritto d'autore, oltre ad essere molto discutibili, costituiscono un grave danno per gli autori, per i lettori e per le scienze sociali in genere. Succede che un testo viene stampato in poche copie, resta in circolazione nelle librerie anche per 5-6 anni e poi sparisce nella cassaforte dell'editore che detiene i "diritti d'autore". Questi, in attesa che succeda qualcosa per rendere appetibile una ristampa, sottrae un piccolo tesoro di sapere alla comunità scientifica e professionale, danneggiando anche l'autore. 

 Ho grossi dubbi che l'operazione delle Edizioni Arcipelago sia del tutto legale ma, per il momento, i libri sono presenti e scaricabili: decidete se approfittarne o meno! 

 Tra i tanti testi presenti ve ne propongo uno che io acquistai, in versione rigorosamente cartacea, nel lontano 1993 e che da allora è nella mia pila dei libri da rosicchiare periodicamente ma regolarmente. In mezzo a tanti manuali, istruzioni, regole e indicazioni per essere felici, Paul Watzlawick ci propone le sue Istruzioni per rendersi infelici.

 Il libro è uno specchio ironico che tiene viva una costante tensione tra il divertimento e il disagio di riconoscersi nei personaggi e nelle situazioni descritte. Il messaggio, tra citazioni, giochi e ironia, è: come possiamo renderci felicemente infelici? Qualche citazione: 

 Dostoevskij faceva notare che la parola biblica "Ama il prossimo tuo come te stesso" va intesa all'inverso, cioè nel senso che si può amare il prossimo solo se si ama prima se stessi.

Essere maturi significa saper fare ciò che è giusto anche se sono i genitori ad averlo vivamente consigliato.

Un uomo vuole appendere un quadro. Ha il chiodo, ma non il martello. Il vicino ne ha uno, così decide di andare da lui e di farselo prestare. A questo punto gli sorge un dubbio: e se il mio vicino non me lo vuole prestare? Già ieri mi ha salutato appena. Forse aveva fretta, ma forse la fretta era soltanto un pretesto ed egli ce l'ha con me. E perché? Io non gli ho fatto nulla, è lui che si è messo in testa qualcosa. Se qualcuno mi chiedesse un utensile, IO glielo darei subito. E perché lui no? Come si può rifiutare al prossimo un così semplice piacere? Gente così rovina l'esistenza agli altri. E per giunta si immagina che io abbia bisogno di lui, solo perché possiede un martello. Adesso basta! E così si precipita di là, suona, il vicino apre, e prima ancora che questo abbia il tempo di dire "Buongiorno", gli grida: "SI TENGA PURE IL SUO MARTELLO, VILLANO!" 

 Una vecchia zitella che abita in riva al fiume chiama la polizia per avvertirla che, davanti a casa sua, alcuni ragazzi fanno il bagno nudi. L'ispettore manda sul posto uno dei suoi uomini, che ordina ai ragazzacci di andare a nuotare più in là, dove non ci sono più case. Il giorno seguente la donna telefona di nuovo: i ragazzi si vedono ancora. Il poliziotto torna e li fa allontanare ancora di più. Dopo un po' l'ispettore è nuovamente chiamato dall'indignata signora, che si lamenta: "Dalla finestra della mia soffitta li posso vedere ancora col cannocchiale!" 

 È risaputo che il motto non ufficiale del puritanesimo suona così: "Puoi fare quello che vuoi, basta che non sia piacevole." La questione è stata posta in maniera sostanzialmente uguale da un partecipante al già menzionato dibattito sulla felicità: "Io credo che non sia lecito parlare di felicità nell'attuale situazione mondiale".
 Il resto lo potete comprare, trovare in una biblioteca pubblica o scaricarlo qui: 

 https://www.edarcipelago.com/classici/PWatzlawickistruzinfelici.htm