Le Relazioni Pericolose: l'Erotismo ancora
Don Giovanni di W.A. Mozart, Atto I, scena 9, Duetto Là ci darem la mano, ovvero la seduzione di Zerlina. Mentre si sta approntando la festa del matrimonio della ragazza con Masetto, irrompe sulla scena Don Giovanni e si sa con quali intenzioni. Allontanato il promesso sposo con un pretesto, il ragno comincia a tessere la tela per invischiare la sua fresca e innocente preda.
Seducente la musica che, dal 1787, ancora incanta le platee di tutto il mondo; seducenti le parole: del recitativo e del canto, che da tempo ben più lontano lusingano e talvolta ingannano, con poche varianti, l'oggetto del desiderio amoroso, quale che sia. Qui sotto il testo.
I seduttori, specie se con intezioni non onorevoli, sono tutti uguali, stesso lo scopo, simili le strategie di conquista: Valmont altro non è che una delle varianti di Don Giovanni che popolano numerose letteratura, teatro, musica e perfino filosofia. La rappresentazione scenica sintetizza mirabilmente ed esaustivamente il corteggiamento che, ricordiamolo, non è pratica solo umana, maschi di numerosissime specie si danno da fare, con molta più fantasia e abilità e, non di rado, con mezzi spettacolari, per la conquista della femmina, al fine di mettere dimora i propri geni, ma di questo avremo modo di parlare.

Pochi minuti di seduzione sul palcoscenico valgono il lungo, laborioso, carteggio intercorso fra la virtuosa Presidentessa e il rapace Visconte; i vorrei e non vorrei di lei sono dello stesso tenore di quelli di Zerlina, e non appartengono solo a personaggi di finzione, si faccia avanti una donna d'ogni grado, d'ogni forma e d'ogni età che, almeno una volta, non li ha pronunciati. Il predatore mette in atto le sue lusinghe, la preda trema, tenta la fuga, simulata o reale, il cuore che le palpita in petto, combattuta fra il desiderio di una dolce resa, col sacrificio della propria virtù, e il timore dell'inganno, non infondato in entrambi i casi. Valmont e don Giovanni insinuanti e tenaci perseguono il loro scopo. Come finiranno i due assedi non lo dirò, naturalmente. Lascio la parola, anzi il canto, a Leporello, servitore di don Giovanni e suo complice, anche se riluttante talvolta; meno scrupoli ha Azolan, quello di Valmont.
(continua) Gralli
Qui gli articoli precedenti
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https://www.bibliosalotto.it/l/le-relazioni-pericolose-prima-figura-la-complicita/
https://www.bibliosalotto.it/l/le-relazioni-pericolose-seconda-figura-la-vendetta/
https://www.bibliosalotto.it/l/le-relazioni-pericolose-terza-figura-la-seduzione/
https://www.bibliosalotto.it/l/le-relazioni-pericolose-ancora-la-seduzione/
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