Se la notte della Vigilia un diavoletto...

30.11.2025

Il grande scrittore è generoso, non lesina il suo talento; non lo tiene in serbo per il momento cruciale del racconto, quando lo scioglimento della vicenda si spanderà davanti al lettore come i fiori dei fuochi d'artificio nel cielo scuro.
Il grande scrittore ama il lettore, e fin dalle prime righe lo delizia e lo seduce attirandolo nelle spire della sua storia, col tono suadente del fabulatore del villaggio, ma anche con la parola puntuta e beffarda, dell'ironia e della satira, come in questo caso.
Perché sì, questa è una storia di prodigi e di incanti, una storia di Natale, ma ricordiamo chi ne è l'autore, e non commettiamo l'errore di aspettarci una storia fiabesca (non solo) o di sapore dickensiano, per quanto in salsa russa. È lo scrittore per il quale si parla di realismo magico ante litteram, ma è anche l'implacabile fustigatore di costumi, di quella che in russo si chiama pošlost' termine intraducibile per indicare la spocchiosa meschinità della piccola borghesia ottocentesca; ricordiamo Il naso, L'Ispettore Generale.

In questo racconto troviamo tutto questo in una sintesi mirabile con il fiabesco e il folcloristico. Un divertimento dello scrittore, che accontenta il lettore popolare, ma non dimentica di strizzare l'occhio a quello più esigente, il cui livello di lettura è situato un po' più in profondità.
I personaggi principali.
 IL DIAVOLO Un povero diavolo, verrebbe da dire, non certo un tenebroso Principe del Male; un dimesso diavolo di paese, maldestro, e dalle modeste mire vendicative sul fabbro, che lo ha dipinto in modo poco lusinghiero nei suoi quadri. Anche il suo aspetto, da avvocatino di provincia, nonostante il regolare apparato di gambe secche, muso strettino, barba caprina, piccole corna, colorito fuligginoso e coda aguzza, incute poco timore.
L'INNAMORATO, Vakula, abile fabbro e apprezzato pittore di opere sacre; un pittore "della domenica" buono per le modeste pretese degli abitanti del villaggio, che aveva avuto persino l'onore di dipingere lo steccato della casa di un illustre personaggio.
LA BELLA e vanesia Oksana, per la quale Vakula ha perso la testa, che si pavoneggia davanti allo specchio facendo l'appello minuzioso di tutte le sue bellezze.
L'OSTESSA  Solocha, madre del fabbro, strega in incognito con tanto di scopa regolamentare, la mia preferita. La vediamo comparire già nelle prime righe, mentre vola verso il cielo, dal camino, in una voluta di fumo grigio, ma solo in seguito ci verrà svelata la sua identità. Una quarantenne, né bella né brutta, il cui fascino rustico, tuttavia, riesce a tenere sulla corda tutti i piccoli notabili del villaggio. Persino il diavolo ha perso la testa per lei, ma l'astuta ostessa mira ai beni del cosacco Čub. Nulla di più comico dei diversi tentativi di corteggiamento dei maturi e poco avvenenti spasimanti, diavolo compreso!
Se spogliassimo tutta la vicenda degli elementi magici, non rimarrebbe altro che il ritratto di una società piccolo borghese, delle sue limitate aspirazioni, delle sue meschine invidie e dei suoi poveri risentimenti. Un racconto in fondo banale e già sentito. La vivacità della storia, invece, consiste nell'aver trasportato la satira di costume in un ambiente fiabesco e suggestivo quale quello della notte della Vigilia. Due registri narrativi apparentemente inconciliabili, eppure quando si sa scrivere… 

Veglie alla fattoria presso Dikan'ka, raccolta di cui il racconto fa parte 

Dal racconto  di Gogol Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov compose, tra il 1894 ed il 1895, La notte prima di Natale un'opera lirica in quattro atti di cui scrisse anche libretto.

La suite orchestrale dell'opera

Qui l'audiolibro completo.

Per chi desidera di più, l'opera completa di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov...

... in russo!


Appendice
Questo racconto fa parte della raccolta Veglie alla fattoria presso Dikan'ka. Ho indicato questa edizione singola per comodità, ma in realtà io l'ho letto nell'edizione completa dei racconti, quella della Bur, una fra le tante.
Le Veglie furono pubblicate in due anni successivi, nel 1831 vide la luce il primo volume con i racconti: La fiera di Soročincy, La sera della vigilia di Ivan Kupalo, La notte di maggio o L'annegata, Il messaggio scomparso. Nel 1832 uscì il secondo volume che comprende La notte prima di Natale, La terribile vendetta, Ivan Fëdorovič Špon'ka e la sua zietta, Il posto incantato.
Gogol aveva poco più di 20 anni, era nato infatti nel 1809. Un dato che non ha bisogno di commenti. Se si escludono alcuni precoci tentativi, stroncati dalla critica, questa può considerarsi la sua opera prima. In essa sono già contenuti in nuce tutti gli elementi e i temi che saranno elaborati nelle opere maggiori, in modo particolare l'ironia e la critica sociale.
I racconti traggono ispirazione dal folklore ucraino, per esperienza diretta, avendo vissuto in quel paese fino ai 19 anni, e secondo quanto raccolse dalla testimonianza della madre.
Nel racconto sono presenti gli stilemi e i topoi tipici delle fiabe (non favole attenzione), e il motivo pressoché universale, presente nel folclore di numerosissime popolazioni, della contesa col diavolo, che esce sempre sconfitto dall'astuzia del contadino o dell'artigiano, che si avvale dei suoi favori senza pagare il prezzo pattuito. Alcuni elementi della narrazione inoltre mi hanno richiamato alla mente i fabliaux medievali e certi temi presenti nelle novelle del Boccaccio.
Per una conoscenza più approfondita, del racconto e dell'autore, è consigliabile la lettura dell'intera raccolta.                                                                                                                                                                                                                                                                                       
                           Gralli