Il bel Paese dove 'l solo sì suona

09.09.2025

Questo non è un articolo dedicato a Dante.

 Il giornalismo culturale ha messo al bando uno dei suoi generi più audaci, la stroncatura. (Citazione dal risvolto di copertina del volume) 


Non è una dichiarazione di parte, è un dato di fatto che chiunque può verificare dalla lettura delle pagine culturali di quotidiani e riviste, degli inserti e dei supplementi dedicati ai libri.
L'uscita di un nuovo libro è salutata da un coro unanime di lodi, più o meno sperticate. Magnifico, non si pubblicano più libri brutti!
Mi viene in mente la barzelletta del bambino in visita educativa al cimitero, il 2 novembre. Dopo aver osservato molte tombe e letto con attenzione le epigrafi, il piccolo domanda: - Ma i cattivi dove li seppelliscono? -

 In occasione di una mia articolata recensione, negativa, di L'anniversario, ultimo premio Strega, ho cercato in rete qualche parere critico: ho trovato una sola rivista che lo ha stroncato. Una pubblicazione che non avevo mai visto, sicuramente marginale, ma altrettanto sicuramente libera e coraggiosa. La trovate qui.

mowmag.com/culture/abbiamo-letto-l-anniversario-di-andrea-bajani-feltrinelli-ma-com-e-un-romanzo-che-ti-fa-venire-voglia-di-distruggere-il-premio-strega-e-rifondarlo-ma-davvero-sono-questi-i-libri-che-vogliamo-premiare

Le presentazioni di questo libro sembrano annunci pubblicitari, non viene rilevato in esso neppure un piccolo difetto: insomma, per giudizio unanime, siamo di fronte alla perfezione.

  Questo accade per ogni libro di nuova uscita, naturalmente delle grandi case editrici, quelle cartellate, in omaggio alla "libera concorrenza", al "libero mercato", e quelle asservite a ben note proprietà: un insulto al lettore. In quell'occasione avevo delineato una sorta di epitome del lettore, da me definito "fiducioso", ciò ha suscitato le reazioni scomposte di qualcuno che aveva inteso "sprovveduto", forse un'interpretazione freudiana, ma io non avevo usato quel termine.
I consumatori - e anche coloro che acquistano libri lo sono - vengono costantemente manipolati da persuasori più o meno occulti ma, mentre per altri prodotti hanno imparato a leggere le etichette, per la scelta dei libri si affidano alle sirene recensorie della stampa dominante, dei social, degli influencer, e dei commessi imbeccati delle grandi librerie, che non a caso sono, spesso, anche editrici del libro consigliato. Le voci sono così suadenti, e squillanti, da coprire i rintocchi delle altre campane, posto che sia dato loro il permesso di suonare.

  Questo accade per ogni libro di nuova uscita, naturalmente delle grandi case editrici, quelle cartellate, in omaggio alla "libera concorrenza", al "libero mercato", e quelle asservite a ben note proprietà: un insulto al lettore. In quell'occasione avevo delineato una sorta di epitome del lettore, da me definito "fiducioso", ciò ha suscitato le reazioni scomposte di qualcuno che aveva inteso "sprovveduto", forse un'interpretazione freudiana, ma io non avevo usato quel termine.

Il lettore "fiducioso" è quello che crede che i libri premiati siano i migliori, che le presentazioni in TV, su internet, sui giornali siano sincere, che i sostenitori del libro, entusiasmati dalla lettura, vogliano, generosamente, far partecipe il pubblico di tale bellezza letteraria. Quindi, "fiducioso", legge il libro e si convince che è un capolavoro; il giudizio a priori, corale, laudatorio, gli ottunde lo spirito critico impedendogli di vedere i difetti, anche se macroscopici.

Anche le quarte di copertina sono sempre più dello stesso tenore, ogni prete loda le sue reliquie.
Come nella barzelletta, le quarte hanno la stessa funzione delle lapidi: tessere lodi; in questo caso sulla tomba di chi sta sotto terra o nel loculo; nell'altro caso, dell'argomento che sta "sotto copertina". Lo aveva detto Manganelli con la solita, raffinatissima, ironia, nel volume Quarte di nobiltà.

   Vorremmo suggerire al lettore di considerare il libro in cui si imbatterà poco oltre in primo luogo come un supporto per copertina; destino oggidì non infrequente, e forse non deplorevole giacché è arcaica saggezza che l'eloquenza delle lapidi d'assai migliori i lineamenti degli elusivi meschini sottostanti.

Interessante è sapere a chi era rivolta questa feroce stroncatura: a se stesso, al suo libro Nuovo commento. Come si dice, la classe non è acqua: la vera ironia è anche capacità di autoironia.

https://www.anobii.com/books/quarte-di-nobilta/9788884198990/018e41c4515920ae47/reviews/659ab6162109f2621303f153

Ma quale deve essere la funzione della quarta?
Ti dice qualcosa del libro, ma sempre mantenendo un pudibondo riserbo; vellica la tua curiosità lasciando intravedere, ma non rivelando del tutto; presenta i meriti del testo senza ostentazione, lasciandoli intuire. È così che le sue parole ti convincono che hai proprio trovato quel che cercavi. La dirimpettaia, che sta con lei, in bella vista, ti ha attirato col suo aspetto colorato e vivace, ma è lei, con la sua insinuante, elegante, sobrietà a conquistarti definitivamente. E tu prendi il volume e vai alla cassa; la copertina ha attirato la tua attenzione, e la quarta ha fatto il suo dovere: farti comprare il libro. 

Gralli