Le notti bianche

08.09.2025

 Ricapitolando: uno sfigato sognatore vaga solitario per la città deserta (son tutti in vacanza e, comunque, non se lo fila nessuno). Lo fa pure di notte, in quanto solo e bastonato, non ha altro da fare.

Per un caso fortuito incontra una tipa. È imbranato anche negli approcci, ma questa volta gli va di lusso che una situazione particolare gli facilita la vita. Ovviamente è una sconosciuta, ma in poche pagine lui si innamora perdutamente di lei.

Ma lei è perdutamente innamorata di un altro (pure questo a malapena incrociato per le scale di casa). Lei si manifesta all'altro, ma l'altro sembra non filarsela manco di striscio. Lui che ormai è perdutamente perso per lei, la aiuta a comunicare con l'altro, perché è talmente innamorato che farebbe ogni cosa per lei, nonostante significhi aiutare l'antagonista. 

 Passata qualche notte l'altro la ignora proprio, allora lui si dichiara. Lei annuncia di volerlo sposare, lui è contento matto, già costruiscono progetti futuri, ma, all'improvviso, ecco l'altro (lo scalatore) che torna dall'oblio. Lei si rimangia tutto, molla lui, sposa l'altro e, oltretutto, scrive una lettera a lui dichiarando di voler andare a trovarlo, loro due assieme, da sposati.

Capisco che toccare un mostro sacro letterario sia oltremodo dissacrante, però cambiano i toni, le battute, il modus operandi, ma il volume ha tutti gli aspetti di Confettura Consumistica ad Alto Effetto (C.A.E., per gli amici). Decisamente inverosimile, smaccatamente paraculo, a tratti offensivamente mieloso. Però, e questo gli va riconosciuto, Fëdor, almeno scrive da dio. 

Le immagini sono del film omonimo di Luchino Visconti

Epitaffio