Le relazioni pericolose: il via alle danze.

24.09.2025

Se fosse un… sarebbe...
Un vecchio gioco che si faceva da bambini, meno infantile di quanto sembra, anzi per niente: una vertigine di metafore e di sottigliezze psicologiche. Nulla di meglio per descrivere questo libro.
Se fosse un ballo, sarebbe una quadriglia.
La danza è stata un'associazione quasi inevitabile. Personaggi aristocratici dalle movenze aggraziate. Saloni lussuosi dove si fa e si ascolta musica: quella degli strumenti e delle conversazioni, allusive e variopinte come farfalle, che si librano nell'aria o si rifugiano in bisbigli dietro i ventagli. Gentiluomini dai polpacci torniti, in calze bianche e scarpini dalle fibbie preziose, che si flettono in inchini profondi davanti alle dame in crinolina che, a loro volta, rispondono con una leggera flessione delle ginocchia e lo sguardo abbassato, pudibondo, ma in realtà volto, maliziosamente, a controllare la scollatura incipriata, dalla quale occhieggiano le promesse di grazie più audaci.
La quadriglia, anzi la quadrille, da rustico ballo popolare, è diventata una elegante coreografia, armoniosamente geometrica. Quattro coppie si scompongono e si ricompongono, ininterrottamente, in nuove combinazioni che vanno a disegnare figure simboliche di piacevolissimo effetto.  

Tale è questo romanzo, quattro coppie, che danzano andando a formare precise figure: 

La complicità
La vendetta
La seduzione
L'erotismo
Gran finale, l'ambiguità.

 Ecco le coppie

La Marchesa di Merteuil
Il Visconte di Valmont 

Cecile
Il Cavaliere di Danceny

Cecile
Il Visconte di Valmont

Madame de Tourvel
Il Visconte di Valmont

In questa danza un ballerino gioca più ruoli, cosa impossibile nella realtà, ma questa è un coreografia narrativa, nella quale tutto può accadere. 

Dal film Valmont di Milos Forman (1989)

Nella quadriglia c'è un maestro che conduce le figure e i passi, dando il ritmo e le istruzioni ai danzatori. Può essere esterno o uno degli stessi ballerini, in questa quadrille, degli intrighi e delle seduzioni, è la Marchesa di Merteuil a ricoprire questa funzione, i danzatori eseguono (inconsapevolmente?) attenendosi alle abili, insinuanti istruzioni; la coreografia, sotto una tale guida, procede con inesorabile precisione e la figura finale non è altro che il compimento del loro destino.
Ed ora in poltrona, godiamoci lo spettacolo.
(Continua) 

Gralli