Le Relazioni Pericolose, terza figura: la Seduzione

04.10.2025

Tirare in disparte, separazione, questo il significato etimologico, della parola seduzione; dal verbo latino se-ducĕre: da cui se, con valore di separazione, e ducĕre condurre. L'accezione principale è negativa: la seduzione allontana, separa, dal bene, dalla retta via, (seduzione diabolica), ed è particolarmente intesa come irretimento sessuale. Questo è anche il significato che assume nel libro, nei suoi sinonimi: tentazione, corruzione.
La marchesa per attuare la sua vendetta, chiede a Valmont di sedurre l'adolescente Cecile, di corrompere la sua purezza, il suo candore, in modo tale da beffare il futuro marito che, per averla illibata, l'ha  "raccolta" dalle mura protettive del convento. (v. seconda figura della quadrille).  
Ma la terza figura comprende, come si è detto, anche la conquista della virtuosa e pia Madame de Tourvel.
Ed ora andiamo a sbirciare nella corrispondenza dei due perfidi.

Dalla risposta di Valmont:

I vostri ordini sono deliziosi; il vostro modo di imporli ancora più amabile.
[...] Ma sono costretto a disubbidirvi. Non arrabbiatevi e ascoltatemi. Depositaria di tutti i segreti del mio cuore voglio confidarvi il più ambizioso progetto che abbia concepito. Che cosa mi proponete voi? Di sedurre una ragazzina che non ha mai visto niente e non sa niente, che per così dire si concederebbe senza oppor resistenza, una ragazzina che il primo omaggio non mancherà di mandare in estasi e sarà indotta a cedere più dalla curiosità che dall'amore. Venti altri possono riuscirci al pari di me.  

Valmont giudica l'impresa troppo, facile, quasi offensiva per un seduttore del suo calibro: [...] interessi più importanti ci chiamano; conquistare è il nostro destino; bisogna seguirlo. Ben diversa l'impresa che mi interessa. Il suo successo mi assicura altrettanta gloria che piacere.

La seduzione è quasi una conquista militare, una vittoria sul campo, il letto, che garantisce il piacere, ma soprattutto la fama, come quella di un valoroso soldato.  

In un altro passo della lettera, Valmont, facendo appello alla complicità che lo lega alla Marchesa, fa delle considerazioni che rasentano la blasfemia. Dopo aver rimpianto di non essere più vostro schiavo, e sperando di tornare ad esserlo, constata che, dalla loro separazione, anche la sua ex amante si è coperta di gloria e d'onore in imprese simili.

[...] voi mi seguite almeno con lo stesso passo e, da quando ci siamo separati per la felicità del mondo intero, e predichiamo la fede ognuno per nostro conto, mi sembra che in questa missione d'amore voi abbiate fatto più proseliti di me. Conosco il vostro zelo, il vostro appassionato fervore e se quel Dio lassù ci giudicasse in base alle nostre opere, voi sareste certo un giorno patrona di una qualche grande città, mentre il vostro amico sarà tutt'al più un santo di paese. Questo tono vi stupisce vero? Ma da otto giorni non parlo che così ed è per perfezionarmi in un simile linguaggio...

Il simile linguaggio altro non è che un'astuzia, mimetica si potrebbe dire, per adattarsi a quello della pia Madame de Tourvel, uno strumento affinato con costante studio ed esercizio.

E il Visconte, passa a descrivere il luogo dove si svolgerà la battaglia.

Conoscete, vero, la Presidentessa di Tourvel, la sua devozione, il suo affetto per il marito, i suoi rigidi principi. Ecco ciò che oso attaccare. Ecco il nemico degno di me, lo scopo che intendo raggiungere [...]

 Saprete dunque che il Presidente è in Borgogna per un clamoroso processo (spero di fargliene perdere uno più importante). La sua inconsolabile metà deve passare qui tutto il tempo di questa penosa vedovanza. Una messa al giorno, qualche visita ai poveri della zona, le preghiere mattino e sera, passeggiate solitarie, pie conversazioni con la mia vecchia zia e qualche volta un malinconico wisth dovevano essere le sue sole distrazioni. Io gliene preparo di più stimolanti. Il mio buon angelo custode mi ha con dotto qui per la sua e la mia felicità. Folle! Rimpiangevo ventiquattro ore sacrificate a dei convenevoli d'obbligo. Che castigo sarebbe se mi costringessero a tornare a Parigi! Fortunatamente per giocare a wisth bisogna essere in quattro e dato che qui non c'è che il curato, la mia immortale zia ha insistito perché le sacrificassi qual che giorno. Indovinerete che ho acconsentito. Non immaginate come mi vezzeggia da quel momento e soprattutto come è edificata nel vedermi regolarmente alle sue preghiere e alla messa. Non sospetta quale sia la divinità che io adoro.

Un perfetto ipocrita!

La preda, tuttavia, anche se ignara delle brame di Valmont, ha a sua volta esercitato su di lui una seduzione inconsapevole, e proprio per questo più pericolosa. Egli, quale "veterano" di queste battaglie, ne è consapevole, così come sa che il nemico da temere non è il rifiuto della donna, ma il suo proprio coinvolgimento, insomma il rischio di innamorarsi.

Eccomi dunque da quattro giorni in preda a una violenta passione. Conoscete come siano intensi i miei desideri quando aspiro a qualcosa, come scavalchi ogni ostacolo, ma ciò che non sapete è come la solitudine acuisca la smania del desiderio. Non ho che un'idea, ci penso di giorno e la sogno di notte. Ho urgente bisogno di avere questa donna per salvarmi dal ridicolo di esserne innamorato. Infatti dove non porta un desiderio contrastato?
Oh, piacere delizioso! Ti imploro per la mia felicità, ma soprattutto per la mia tranquillità. Che fortuna che le donne si difendano così male! Non saremmo accanto a esse che dei timidi schiavi. In questo momento provo un sentimento di riconoscenza per le donne facili.


La Marchesa intuisce il pericolo, l'innamoramento può essere la rovina. Non è detto che una volta raggiunta la conquista il desiderio si spenga. Si può cadere nella trappola, perdere la libertà. L'amica quindi comincia ad elencare tutti i motivi per i quali il Visconte di Valmont dovrebbe desistere a cominciare dallo scarso fascino della concupita, ma anche per la scarsa onorabilità del rivale, un marito! E in caso di sconfitta, quale onta!
 E scendendo in particolari più intimi la marchesa mette in dubbio la cosa più importante

[...] non sperate alcun piacere. Si può averne con queste donne piene di pudori? Quelle in buona fede, intendo. Inibite anche nel momento del massimo piacere, non offrono che mezze gioie. Non conoscono quel totale abbandono di se stesse, quel delirio della voluttà quando il piacere si purifica nel suo stesso eccesso; non conoscono le gioie dell'amore. Ve lo predico nella migliore delle ipotesi, la vostra Presidentessa crederà d'aver fatto tutto il possibile trattandovi come suo marito e si sa che, anche nella più tenera intimità coniugale, si resta sempre in due.

E come se non bastasse

In più la vostra virtuosa è anche devota, di quella devozione da donnetta, che condanna a una eterna immaturità. Può darsi che voi riusciate a superare questo ostacolo, ma non fatevi illusioni di poterlo distruggere: vincitore dell'amore di Dio, non lo sarete mai della paura del Diavolo; e quando terrete la vostra dama fra le braccia e sentirete palpitare il suo cuore, sarà di paura e non d'amore.

La Marchesa rincara la dose magnificando le doti della giovinetta sacrificale e, facendo leva sull'orgoglio di Valmont, lo provoca ricordandogli lo scacco subito quando Gercourt gli rubò l'amante. La carriera di Valmont per quando brillante, non è sempre costellata di successi. Si vedrà quale sarà la risposta.
Per ora ci fermiamo qui, la figura danzante della seduzione è complessa e andrà guardata in più volte.

Gralli


Citazioni dalle lettere IV e V

Immagini tratte dal film Le relazioni pericolose (Dangerous Liaisons) del 1988, diretto da Stephen Frears.