Titoli tradotti... male (2)

03.10.2025

Come cantava Enzo Jannacci nel lontano 1985: "L'importante è esagerare", e agli editori esagerare piace assai. Ecco che allora certi titoli di libri vengono volutamente drammatizzati. Tra i classici possiamo ricordare Furore di John Steinbeck. Il titolo originale è The Grapes of Wrath, letteralmente "I grappoli d'ira" o "I grappoli d'odio", ed è un verso tratto da The Battle Hymn of the Republic ("L'inno di battaglia della Repubblica") scritto da Julia Ward Howe nel 1861 e diventato un popolare inno patriottico: 

 Mine eyes have seen the glory of the coming of the Lord: 
 He is trampling out the vintage where the grapes of wrath are stored;
 He hath loosed the fateful lightning of His terrible swift sword:
 His truth is marching on.

 "I miei occhi hanno visto la gloria della venuta del Signore: 
 Egli calpesta la vigna dove è conservata l'uva dell'ira; 
Egli ha sciolto il fatidico fulmine dalla sua terribile, rapida spada:
 La Sua verità sta giungendo." 

A loro volta questi versi si riferiscono a un passo dell'Apocalisse (14:19-20). Questi riferimenti poetici e biblici vengono persi completamente nel titolo scelto per l'edizione italiana. Il titolo era stato scelto dallo stesso editore, Valentino Bompiani, che su suggerimento di Elio Vittorini aveva coraggiosamente pubblicato il libro in Italia nel 1940, l'anno successivo all'edizione americana. La traduzione del testo era di Carlo Coardi e "risentiva dei pesanti tagli imposti dalla censura fascista del Ministero della cultura popolare, limitando la comprensione della portata dell'opera e dello stesso personaggio principale. A influire notevolmente, oltre ai già citati motivi politici contingenti, furono le convenzioni letterarie dell'epoca che non seguivano rigide teorie di fedeltà, in un periodo in cui la traduzione non era sistematizzata, ma si permetteva dei rifacimenti. Inoltre, la forma doveva essere innalzata a letteraria perché il pubblico dei lettori italiani dell'epoca era assolutamente estraneo alla cultura statunitense: l'inglese "scorretto" dell'originale non aveva corrispondenze in un italiano colloquiale, al cui posto venivano usati i vari dialetti.
 Nel novembre 2013, è uscita l'attesa nuova versione integrale, condotta dallo scrittore Sergio Claudio Perroni, già traduttore in italiano di Michel Houellebecq, James Ellroy e David Foster Wallace. La traduzione si segnala per aver ridato forza espressiva, lavorando sui diversi registri del testo, in particolare il timbro biblico-retorico, e aver restituito alla lettura le pagine soppresse o sostituite con
 pasticciate libere interpretazioni".

https://it.wikipedia.org/wiki/Furore_(romanzo) 

 "The Grapes of Wrath", copertina dell'edizione originale (1939)  

 Il titolo con cui è stato pubblicato in Italia The Shining (1977), terzo romanzo di Stephen King, è stato Una splendida festa di morte. La parola "shining" si trova correttamente tradotta nel testo come "luccicanza". Lo scrittore si era ispirato per il titolo a una canzone di John Lennon, Instant Karma! (We all shine on). 

 Nel 1980 Stanley Kubrick trasse dal romanzo un film intitolato semplicemente Shining, che divenne immediatamente un cult movie ed è da molti considerato il miglior film horror di sempre. Da allora il libro è stato più volte ripubblicato, nella stessa traduzione di Adriana Dell'Orto ma utilizzando il titolo del film di Kubrick e spesso scegliendo come immagine di copertina l'iconica figura del protagonista Jack Nicholson. 

Gli esempi si potrebbero moltiplicare: 

 Il romanzo di Irvine Welsh, Kingdom of Fife (2007), ossia "il Regno di Fife", la contea della Scozia dove si svolge la vicenda, è diventato per l'editore Guanda:  Una testa mozzata. Un altro romanzo di Welsh, Marabou Stork Nightmares (2001), "gli incubi del marabù", è diventato Tolleranza Zero. 

 A Visit from the Goon Squad, letteralmente "una visita da parte della banda dei picchiatori", è un romanzo scritto nel 2010 dalla scrittrice americana Jennifer Egan, che nell'anno seguente vinse il premio Pulitzer per la narrativa. La casa editrice minimun fax lo pubblica come Il tempo è un bastardo, a ermazione che si può condividere ma è ben lontana dal titolo originale. 

 La notte che bruciammo Chrome è un'antologia di racconti di fantascienza cyberpunk di William Gibson. Il titolo è più e icace ma anche molto più drammatico dell'originale, un semplice Burning Chrome (1986). 

 È anche capitato che fosse lo stesso autore a stabilire un titolo italiano, più "drammatico" dell'originale, come con Auto da fé, unico romanzo dello scrittore Elias Canetti, premio Nobel per la Letteratura nel 1981.
 Il titolo originale è "Die Blendung", che letteralmente significa "L'accecamento". La prima edizione italiana uscì per Garzanti nel 1967, 32 anni dopo la prima pubblicazione, ma già nel 1946 Canetti aveva scelto Auto da fé come titolo per l'edizione inglese, pubblicata dalla casa editrice Jonathan Cape; lo stesso titolo è stato usato anche per quella francese, mentre per la pubblicazione negli Stati Uniti, con l'editore Knopf, Canetti scelse The Tower of Babel. L'espressione "auto da fé" o "autodafé" indica la cerimonia pubblica che avveniva ai tempi dell'Inquisizione spagnola, quando ai condannati veniva letta la sentenza dopo una messa e una processione prima di venire bruciati sul rogo.

Ludovica Lugli, https://www.ilpost.it/2016/09/28/traduzioni-libri-diverse-originale/ 

 "Auto da fé" è peraltro uno spoiler del libro, che termina col rogo di una biblioteca. 


Poiché gli editori conoscono bene le inclinazioni dei loro lettori, le biblioteche e tutto quanto concerne librerie, libri, librai e così via entrano spesso nei titoli "mal tradotti" e altrettanto spesso nelle immagini di copertina. Abbiamo così: 

 La biblioteca dei libri proibiti di John Harding, che si intitola nell'originale Florence and Giles (2010), con riferimento ai due fratellini protagonisti di questo romanzo gotico. L'immagine di copertina mostra una giovane donna (e non una dodicenne come è Florence nella vicenda) per aumentare ulteriormente il richiamo per il possibile acquirente. 

 Il romanzo Pure Fiction (2003) di Julie Highmore, diventa per l'editore italiano, La biblioteca dei miei sogni. Il confronto tra la copertina originale e quella italiana rende superflui ulteriori commenti ma porta a chiedersi se si tratta dello stesso libro. 


Il romanzo d'esordio dello scrittore di best seller Glenn Cooper è stato pubblicato negli Stati Uniti nel 2009 col titolo Secret of the Seventh Son, "il segreto del settimo figlio". Lo stesso anno è stato pubblicato in Italia come La biblioteca dei morti, riprendendo il titolo dell'edizione del Regno Unito: Library of the dead. 

Le Petit Homme d'Arkhangelsk (1956) di Georges Simenon, tradotto per Mondadori già nel 1959 come L'omino di Arcangelo, diventa nel 2007, per Adelphi, Il piccolo libraio di Archangelsk

 Il romanzo The Abortion. An Historical Romance 1966 (1971) di Richard Brautigan è stato pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1976 nella traduzione di Pier Francesco Paolini col titolo L'aborto. Una storia romantica, esatto tranne che per l'omissione della data. Stranamente lo stesso romanzo, nella stessa traduzione, è stato poi riproposto dalla casa editrice Marcos y Marcos nel 2003 come La casa dei libri: i "libri" (nel titolo) fanno vendere libri. 

 A Beautiful Lie, (2011) "una splendida bugia", di Irfan Master, un bel romanzo poco conosciuto che ricorda nella trama il film Good Bye, Lenin!, ma ambientato nell'India del 1947 invece che nella Berlino del 1989, è stato pubblicato da Newton Compton Editori come La biblioteca dei mille libri. Riuscire a infilare nello stesso titolo sia la biblioteca che i libri è il massimo! 

 E poi ancora: The Secret of Happy Ever After (2011) di Lucy Dillon, bellissimo titolo che potrebbe essere tradotto come "il segreto del vissero felici e contenti", diventa un banale La libreria degli amori inattesi.

 Leap of Faith (2004) di Suzanne Kearns, tradotto come La libraia dai capelli rossi, in cui la bella libraia è la donna amata dal protagonista. Curiosamente il libro della nota scrittrice di best seller Danielle Steel, che ha lo stesso titolo in inglese, è stato correttamente tradotto in italiano come Atto di fede. Al contrario, il film del 1992 diretto da Richard Pearce, anch'esso col medesimo titolo, è uscito nella sale italiane come Vendesi miracolo. 

 La biblioteca dell'anatomista, thriller scritto nel 2011 dallo scrittore norvegese Jørgen Brekke si intitola nell'originale Nådens omkrets; non conosco il norvegese ma pare significhi qualcosa tipo "la circonferenza della grazia". 

 The Railwayman's Wife (2013) "la moglie del ferroviere", è stato pubblicato da Sperling & Kupfer come La biblioteca sull'oceano

 Ink Blood Sister Scribe (2023) di Emma Törzs ha un titolo pressoché intraducibile, qualcosa come "inchiostro di sangue, sorella scriba", per cui credo si debba essere disposti ad accettare La biblioteca di sangue e inchiostro, titolo con cui Mondadori ha proposto l'edizione italiana. 

 Haunting Jasmine (2011), "l'inquietante Jasmine", la romantica commedia di Anjali Banerjee, tradotto come La libreria dei nuovi inizi. 

 Ein ganz besonderes Jahr (2014) "un anno molto speciale", di Thomas Montasser, tradotto come La libreria di zia Charlotte. 

 Nos richesses (2017), "le nostre ricchezze", della scrittrice algerina Kaouther Adimi, tradotto come La libreria della rue Charras. Il libro mescola realtà e finzione nel parlare di una libreria di Algeri, che fu abitualmente frequentata da Camus e si trovava in quella che un tempo si chiamava rue Charras. Il suo nome era Les Vraies Richesses, in esplicito omaggio a Jean Giono che aveva scritto un saggio dallo stesso nome. Sulla porta era scritto in arabo e francese: Un uomo che legge ne vale due. La traduzione del titolo in italiano fa perdere ogni riferimento sia a Giono che alla ricchezza della lettura. 

 Si potrebbe continuare ancora a lungo, col rischio di annoiare ma desidero lasciarvi con due ultimi titoli:

 The Moment of Everything (2014), "il momento di tutto, di ogni cosa", un romanzo romantico di Shelly King, che è stato pubblicato come Tutta colpa di un libro. Happily Ever After (2014), "per sempre felici e contenti", romanzo rosa di Elizabeth Maxwell, col titolo Tutta colpa di certi romanzi. 

 Si sa, da sempre "galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse" ma in generale pare che gli editori italiani amino moltissimo dare la colpa a qualcuno e inserire nei loro titoli tradotti male (o inventati peggio) un "tutto colpa di…" ma di questo ci occuperemo nell'ultima avvincente puntata dedicata a questo argomento.

DrRestless (Roberto Gerbi)